Deumidificatore: tipologie

Alleato contro l’umidità negli ambienti domestici, in grado di ridurre spiacevoli conseguenze come la muffa e i deterioramenti dell’intonaco, il deumidificatore è un elettrodomestico dalla grande importanza. La sua funzione principale è quella di eliminare l’umidità in eccesso, condensandola in acqua che si raccoglie in un apposito contenitore, ed al contempo purificare l’aria che viene respirata.

In commercio esistono diverse tipologie di deumidificatore in grado di soddisfare per prezzo e per esigenze qualsiasi tipo di richiesta.

Ma quali sono nello specifico queste tipologie di deumidificatore?

Tipologie di deumidificatore: passivi, da incasso, mobili

Iniziamo da quelli più semplici. I passivi. Fra le tipologie di deumidificatore questa è di certo la più semplice e la meno invasiva. Si tratta infatti di un contenitore dalle modeste dimensioni avente una griglia all’interno della quale verrà sistemata una soluzione apposita per deumidificare l’aria, sotto forma di “sassolini” bianchi, ed un coperchio. Adatta a ridurre l’umidità in piccoli angoli della casa o negli armadi, l’utilizzo di un simile deumidificatore può essere perpetuato per circa 6 mesi, passati i quali la soluzione va sostituita oppure va acquistato un nuovo prodotto. Visto il prezzo modesto di questa prima tipologia, è consigliabile a tutti, purché non vi siano bambini nelle vicinanze della soluzione che può risultare dannosa.

Un’ulteriore esempio delle differenti tipologie di deumidificatore è quello ad incasso. Più costoso sicuramente del precedente, prima di acquistare questo apparecchio è necessario che un esperto abbia preso visione dell’ambiente dove dovrà essere collocato, per suggerire la posizione ottimale che vi consenta il miglior risultato. Pur alimentato da energia elettrica, i modelli di deumidificatori ad incasso con una elevata classe energetica, permettono anche un consumo modesto di energia e quindi una spesa contenuta in bolletta. Dai design innovativi e versatili, dei tre esempi che vi presentiamo, questo è di certo il più costoso, ma anche quello che garantisce un risultato ottimale.  Esiste infine un terzo esempio di deumidificatore: quello portatile. Per chi ha bisogno di deumidificare più spazi, per chi è in affitto e non può effettuare lavori per il montaggio di un’apparecchiatura fissa, può ricorrere a questa soluzione portatile.  Il deumidificatore mobile si compone di un contenitore dove l’acqua viene raccolta ed un segnale che indica il livello dell’acqua nel serbatoio, per spegnersi quando questo raggiunge il punto massimo. Il costo di questa tipologia può variare a seconda delle prestazioni che desideriamo, ma si sconsiglia di scendere troppo in basso con il prezzo, per evitare risultati poco soddisfacenti.

Come scegliere il deumidificatore

Elettrodomestico utile quando il caldo avanza e ci si dispera per ricercare un pò di fresco, il deumidificatore ci aiuta anche a combattere i vapori che circolano a casa, dovuti alla cucina o al bagno, l’umidità eccessiva e la relativa  muffa.

Ma scegliere il deumidificatore più adatto alle nostre esigenze talvolta può rivelarsi difficile, ecco perché non basta semplicemente conoscerne il funzionamento, ma anche saper valutare altri fattori quali l’estetica e le singole funzioni che può svolgere.

Per scegliere il deumidificatore per noi più adatto, dobbiamo innanzitutto avere ben presente il luogo in cui andrà posto, perché sarà un’ elettrodomestico che ci accompagnerà per molto tempo. Il suo design quindi, per quanto non sia fondamentale, avrà comunque la sua importanza perché andrà ad amalgamarsi con il resto della nostra abitazione. Un ulteriore fattore, oltre il design, è determinato dalle dimensioni del deumidificatore. Uno di piccole dimensioni, grazie alla sua profondità ridotta potrà essere collocato ovunque, senza intaccare la disposizione dell’arredamento della vostra casa. Qualora, invece, l’abitazione sia di notevoli dimensioni, verremmo a trovarci dinanzi al problema opposto: riuscire a deumidificare l’intera superficie spostando l’apparecchio da un punto all’altro della casa. In questo caso sarà bene che l’elettrodomestico sia leggero, non oltre i 15 kg,  con maniglia retrattile e ruote, così da agevolare i nostri movimenti.

Scegliere il deumidificatore, inoltre, vuol dire fare attenzione alle funzionalità che possiede.

I modelli elettrici, in genere i più utilizzati, sono diversificati per costo e possiedono molte più proprietà e funzioni di quelli definiti “chimici” o “naturali” che possono essere utilizzati per gestire l’umidità di ambienti molto piccoli. Il prezzo, ovviamente, è indicatore non solo di qualità del prodotto ma anche di maggiori garanzie nel corso del suo utilizzo, ecco perché prima di scegliere il deumidificatore è bene avere ben presente ciò di cui si ha bisogno.  La capacità di deumidificazione è di certo il fattore più importante da tenere in considerazione poiché maggiore è, più è alta la resa in tempi brevi all’interno della stanza. Se al contrario la necessità è di mantenere costante il tasso d’umidità nel tempo, alcuni apparecchi hanno la funzione “Energy Saving” che consente di deumidificare la stanza ad una potenza inferiore con consumi energetici più bassi. Ulteriore caratteristica da tenere in considerazione è quella dello smaltimento dell’acqua di condensa. Per taluni è presente una tanica di raccolta trasparente che va svuotata manualmente, per altri è possibile smaltire l’acqua, attraverso un tubicino di circa due metri, all’esterno dell’abitazione  direttamente in giardino o in una vaschetta, in modo continuo e regolare, senza che si debba intervenire in prima persona. Infine, nello scegliere il deumidificatore, una funzionalità interessante è quella del timer. Grazie alla possibilità di programmazione dell’apparecchio è infatti possibile decidere il momento della sua attivazione e del suo spegnimento in orari prestabiliti, indipendentemente dalla nostra presenza a casa.

Filtri del climatizzatore: tipologie

La struttura di un climatizzatore è piuttosto complessa, ma ciò che interessa alla maggior parte delle persone è la qualità del suo funzionamento. Non molti sanno che affinché ciò avvenga non si deve semplicemente scegliere la migliore marca o affidarsi a personale esperto che sappia montarlo nel miglior modo possibile. La manutenzione, soprattutto dei filtri del climatizzatore, è un punto indispensabile affinché la macchina funzioni al meglio.

Iniziamo con lo specificare che all’interno di  ogni condizionatore sono posizionati due o tre filtri destinati alla sanificazione e depurazione dell’aria.  Il primo filtro che si incontra, quello più esterno, è definito un pre-filtro, che necessita di essere lavato periodicamente. I restanti sono i filtri veri e propri che vanno puliti con una cadenza mensile. Non tutti sanno però che esistono vari tipi di filtri del climatizzatore e che ad ognuno di essi corrisponde una data proprietà.

Imparare a scegliere quello più adatto alle nostre esigenze ci aiuterà a migliorare non solo il funzionamento dell’apparecchio ma anche la qualità dell’aria che respiriamo.

I nuovi climatizzatori, per esempio, non attirano in sé semplicemente polvere e corpuscoli andando a purificare l’aria, bensì anche pollini, acari e tutte quelle sostanze che inquinano l’ambiente. In questo caso i filtri del climatizzatore possono essere ai carboni attivi o foto-cataltici.

I primi, abbinati a carboni attivi, rendono possibile eliminare, oltre ai pulviscoli, anche odori sgradevoli, come per esempio il fumo di sigaretta. I secondi, alimentati da una lampada a raggi UV-C, riescono a distruggere eventuali presenze di batteri e la presenza di smog nell’aria.

Mentre il primo necessita di essere cambiato almeno una volta a stagione data l’usura rapida che subisce, il secondo sembra resistere più a lungo e decompone per fotocatalisi, grazie all’azione combinata dei raggi ultravioletti, gli ossidi di nitrati in composti innocui e inodori.

Per quei modelli di climatizzatore più datati, che sono tuttavia ancora funzionanti all’interno delle abitazioni, esistono  filtri del climatizzatore chiamati “universali”. Non provvisti al momento dell’istallazione di filtri catalitici o elettrostatici, questi apparecchi sono comunque compatibili con i filtri universali consentendo un incremento della capacità di depurazione dell’aria trattata.

Esistono infine filtri del climatizzatore che, nel rispetto dell’ambiente, contribuiscono a migliorare la salute di chi vive in casa. Un esempio sono i filtri alla catechina, che grazie alle proprietà del the verde depurano l’ambiente ed evitano il diffondersi di virus e batteri. Oppure filtri a lunga durata, grazie alla cui superficie speciale, vi assicurano una  ridotta manutenzione rispetto ai filtri convenzionali.

Sicurezza degli impianti di condizionamento

Dal 15 ottobre 2014 le certificazioni per la sicurezza degli impianti di condizionamento sono un obbligo per tutti, anche per i privati cittadini. Così come per gli impianti di riscaldamento, infatti, è entrato in vigore il nuovo libretto per gli impianti termici. Non dovranno, pertanto, soltanto le caldaie e sistemi di riscaldamento essere sottoposti ad un controllo periodico e registrazione dell’intervento, ma anche i sistemi di climatizzazione. Una volta avvenuto il controllo di sicurezza degli impianti di condizionamento, il  libretto deve essere compilato dall’installatore. Se si tratta di un impianto nuovo questo avviene al momento dell’avvio dell’impianto; se si tratta di un impianto già funzionante, il libretto verrà consegnato in occasione della prima verifica programmata.

Oltre all’efficienza dell’impianto, questo decreto, va ad accertare la salubrità, l’igiene e soprattutto la sicurezza degli impianti, attraverso una diagnosi completa dell’apparecchio da parte di personale specializzato.

Gli utenti quindi avranno davanti un nuovo libretto e un nuovo bollino, oltre a quello da tempo conosciuto per le caldaie, che prevede controlli periodici dai 2 ai 4 anni  se si possiedono impianti con una potenza superiore a 10 kw (invernali) e 12 kw (estivi).  Tale periodicità può variare poiché disciplinata dalle singole Regioni, ma nessuno ne è esente.

Il proprietario dell’impianto di climatizzazione è il responsabile dell’adempimento di questo controllo , sia se si è proprietari di un appartamento, sia in caso di affitto.

Particolare attenzione si deve prestare anche al personale competente, autorizzato a rilasciare questo nuovo libretto. Esso infatti  può essere rilasciato solo da manutentori o installatori autorizzati ad operare sugli impianti di climatizzazione  in possesso dei necessari requisiti di legge. Quanti, pertanto,  siano abilitati ad operare su impianti di riscaldamento e di climatizzazione, atti a maneggiare gas allo stato liquido o aeriforme all’interno degli edifici.

In caso di mancata manutenzione, la disciplina per la sicurezza degli impianti di condizionamento prevede una sanzione dai 500 fino a 3 mila euro per i soggetti proprietari dell’impianto. Ma ad essere punito non è solo il cittadino. Qualora avvenisse una mancata, incompleta o errata comunicazione da parte dell’installatore sull’esito del controllo è prevista una multa che va dai mille ai seimila euro.  È infatti compito di chi si occupa della sicurezza egli impianti di condizionamento, il manutentore,  inviare  l’esito della diagnosi agli enti preposti.  Le verifiche sull’effettiva agibilità dell’impianto verranno effettuate attraverso una cernita di quegli impianti cui viene a mancare la notifica di libretto presso il  catasto preposto.  In seguito verranno effettuati controlli sugli impianti ‘segnalati’.

Manutentori dei condizionatori: che requisiti devono avere

La stagione calda porta con sé l’utilizzo dei condizionatori per cercare di combattere per quanto sia possibile l’afa estiva.

Come sappiamo ognuno di questi apparecchi, per noi quasi indispensabili, è composto da svariati componenti che permettono loro, a seconda della tipologia, di raffreddare, riscaldare o deumidificare l’aria all’interno di un dato ambiente. Ma perché queste funzioni siano svolte sempre correttamente, ognuna delle sue componenti deve funzionare al meglio e, qualora ciò non avvenisse, il cliente deve provvedere rapidamente alla sua riparazione o sostituzione. Ecco perché è importante effettuare una periodica manutenzione del condizionatori, affinchè il prolungato uso estivo sia possibile senza problemi.

Ma la manutenzione periodica non è solo indispensabile per il buon funzionamento dei condizionatori, o per mantenere all’interno della casa un circolo d’aria che preservi la salute di chi vi abita. Essa è una priorità anche a livello di legge. Cosa accade, infatti, quando una delle componenti dei condizionatori smette di funzionare?

Dal 2013 i programmi di manutenzione dei condizionatori sono sottoposti a una normativa che stabilisce quali siano i requisiti che gli interventi di manutenzione devono avere e i requisiti del personale che deve intervenire.

I manutentori dei condizionatori, infatti, non sono tutti uguali. Bisogna sempre rivolgersi ad assistenti specializzati in condizionatori che possiedano le giuste certificazioni.

In questo modo si potrà scongiurare il verificarsi di guasti proprio nel momento di maggior bisogno ed evitare di incorrere  in spese più ingenti.

Manutentori dei condizionatori: la certificazione dei tecnici del freddo

Secondo la Regolamentazione Europea 303/2008, il DPR 43/2012 e la Regolamentazione Europea 517/2014, dal 2008 tutti i manutentori dei condizionatori che vogliono utilizzare e comprare gas refrigerante, devono possedere in quasi tutti gli Stati europei, la certificazione dei tecnici del freddo. In Italia, tale normativa europea, è stata applicata con il Decreto del Presidente della Repubblica DPR n. 43 del 27 gennaio 2012, in vigore dal 5 maggio 2012.

I manutentori dei condizionatori devono innanzitutto avere requisiti e competenze per la manipolazione e la riduzione delle emissioni dei gas HFC, poiché questi sono potenti gas a effetto serra che contribuiscono al riscaldamento del pianeta.

Oltre per la salvaguardia del pianeta e un minor consumo energetico dell’apparecchio, i manutentori dei condizionatori devono possedere questa certificazione anche per  garantire al cliente una miglior qualità delle installazioni ed un miglior funzionamento dell’apparecchio stesso. Inoltre i manutentori di condizionatori che operano attraverso questa certificazione hanno la possibilità di lavorare in tutta Europa poiché questo patentino è egualmente e legalmente utilizzabile in ogni Stato membro.

Aria condizionata: maneggiare con cura

Aria condizionata: un aiuto o un nemico?

Con il caldo estivo e le temperature che salgono vertiginosamente verso i 40 gradi, risulta istintivo ricorrere all’aria condizionata ed abbassare la temperatura del luogo in cui ci troviamo, perché ci doni un pò di refrigerio.

Ma cosa accade al nostro corpo, quando le temperature sono regolate troppo basse o quando lo split è direzionato su di noi per lungo tempo?

Accade che si possa essere soggetti a mal di gola, mal di ossa e articolazioni.

Ma se è capitato tutto questo, non è certo colpa dell’aria condizionata, ma del cattivo utilizzo che ne facciamo.

Cerchiamo allora di capire dove sbagliamo e migliorare l’uso di questo prezioso apparecchio.

Se si soffre di allergie ai pollini, per esempio, l’utilizzo dell’aria condizionata è la migliore soluzione per stare freschi e tenere lontano ciò che ci provoca fastidio.

Ma se diversamente si è allergici ad acari o muffe, il condizionatore, provocando un accumulo di polvere, potrebbe scatenare una crisi allergica. Come rimediare? Semplice! Con una pulizia periodica e meticolosa dei filtri.

Se per esempio si soffre di reumatismi, non si incolpi l’aria condizionata se il dolore aumenta, ma lo sbalzo di temperatura cui siamo soggetti quando decidiamo di regolare il termostato troppo in basso rispetto alla temperatura esterna. Alcuni apparecchi, infatti, sono programmati per raggiungere la temperatura richiesta e poi spegnersi, riaccendendosi solo se questa aumenta. Ma se i gradi regolati sono troppo inferiori rispetto a quelli esterni, il condizionatore non farà altro che riattivarsi di continuo provocando  sbalzi di temperatura che accentuano questi dolori. Anche entrare ed uscire da una stanza troppo climatizzata  porta alle medesime conseguenze. È bene quindi, in questi casi, procurarsi una giacca da tenere sempre con sé ed indossarla quando si entra in un posto con aria condizionata.

Alcuni potrebbero riscontrare secchezza agli occhi o congiuntiviti.  I nostri occhi sono molto delicati e per questo se soggetti ad aria condizionata troppo fredda o in assenza totale di umidità, possono arrossarsi. Per tali soggetti è quindi utile l’utilizzo di lacrime artificiali e  colliri, senza dimenticare di impostare correttamente il tasso di umidità del vostro apparecchio, che non deve mai essere inferiore al 65%.

Infine, un ultimo consiglio, va a quanti soffrono il caldo nelle ore del sonno e decidono di usare l’aria condizionata nel corso della notte. Anche in questo caso è bene prestare attenzione, perché dormire tutta la notte con il condizionatore acceso può causare cefalee, dolori alle tempie e male alle orecchie. Per quanto sia possibile risolvere questi problemi ricorrendo ad un antinfiammatorio, è sempre bene rinfrescare la stanza prima di addormentarsi e spegnere l’apparecchio quando si è a letto.

Posizionare il condizionatore: non è sempre consentito

Si è molto parlato, nel momento in cui si decide di posizionare un condizionatore, di dove collocare lo split e del modo più corretto di far girare l’aria fresca all’interno degli ambienti, che siano domestici o d’ufficio. Ma ben poco, talvolta, si tiene conto di ciò che è permesso o meno per le unità esterne.

Posizionare il condizionatore non è sempre consentito, soprattutto quando va ad influire su quelle zone esterne all’appartamento stesso, di cui tuttavia si deve tenere conto.

Il regolamento di condominio e le norme del codice civile, disciplinano fra le altre questioni, anche dove ed in quali modalità è possibile posizionare il condizionatore affinché siano rispettate le norme sul decoro architettonico, sulle proprietà e sulle distanze minime rispetto agli altri appartamenti.

Innanzitutto è bene dire che l’unità esterna non deve per forza di cose essere montata in corrispondenza dello split interno, ma può essere collocata anche più in basso o più in alto a seconda delle esigenze e dei dati tecnici riportati sul manuale del condizionatore. È quindi importante che questa operazione sia svolta da personale qualificato affinché il funzionamento e la correttezza del punto dove posizionare il condizionatore sia certa.

Si consiglia di non montare la parte esterna del condizionatore in un ambiente chiuso, in vicinanza di fonti incendiabili, in spazi piccoli in cui le ventole possono generare rimbombi ed amplificazioni del rumore.

Ma oltre a questi dati basilari, esistono vincoli, che nel posizionare il condizionatore, dobbiamo aver presenti. Per esempio  non si può installare un’unità esterna nello spazio di un balcone confinante con il nostro. E questo perché, secondo la giurisprudenza, i balconi, ivi compresi quelli che sporgono dalla facciata del condominio, appartengono interamente al proprietario del relativo appartamento.  Se anche, tuttavia, il proprietario stesso decidesse di posizionare il condizionatore sul proprio balcone, nella zona subito sottostante o soprastante, dovrebbe sempre calcolare le distanze dal vicinato e tener presente che il codice civile richiede una soglia minima di distanza di un metro e mezzo fra un balcone e l’altro.

Se, infine, ci si trovasse nella situazione di dover istallare il condizionatore utilizzando una delle nicchie che si aprono sulla facciata del palazzo, si deve tener presente che, in qualità di proprietà comune, la facciata può essere sfruttata a fini personali purché “non se ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto”  A tal fine il condomino “può apportare a proprie spese le modificazioni necessarie per il miglior godimento della cosa”.

Climatizzatori fissi

Quante sono le condizioni che devono essere valutate per decidere di acquistare uno fra la vasta gamma di climatizzatori fissi che il mercato offre? Efficienza, costo, rumorosità, design. Ed anche quando le avessimo tutte chiare, sapremmo realmente scegliere la soluzione migliore per noi?

Non è semplice dare una risposta, ma un primo passo è sicuramente quello di conoscere le proprietà che i climatizzatori fissi possiedono, così da avere un’idea il più possibile chiara di ciò che vorremmo.

Iniziamo, per esempio, dalla certificazione ed i marchi di qualità che i climatizzatori fissi devono possedere o dall’etichetta energetica obbligatoria per legge a partire dal 2004, che indica la classe energetica ed il relativo consumo. È pertanto importante che l’apparecchio possieda una classe alta di consumo energetico per potervi far risparmiare sulla bolletta. I climatizzatori fissi che possiedono le classi energetiche più alte, AA-A-B, solitamente hanno la tecnologia inverter ed hanno la qualità di risultare piuttosto silenziosi. Inoltre permettono, grazie alla regolazione programmata della temperatura, di mantenerla costante all’interno dell’ambiente. Diversamente da quelli mobili, i climatizzatori fissi hanno bisogno di essere installati da personale specializzato e questo aspetto va a garantire anche una maggiore sicurezza nel funzionamento dell’apparecchio stesso. I climatizzatori fissi, infatti,  sono composti da due o più unità collegate da tubi e da cavi elettrici che devono essere fatti passare anche attraverso i muri, per avere sbocchi esterni. Pertanto, seppure il costo dell’istallazione possa essere inizialmente maggiore, la loro resa vi ripagherà nel tempo. Sarà infatti sempre a disposizione qualora si presentassero giornate assolate anche fuori stagione e grazie all’unità esterna, montata al di fuori dell’abitazione, non esistono fasce orarie in cui il suo utilizzo possa arrecare disturbo.

Anzi, proprio per agevolare i momenti di riposo ed in generale le notti insonni dovute alla troppa afa, alcune tipologie di climatizzatori fissi sono stati resi particolarmente silenziosi grazie alla minore velocità delle loro ventole unita all’illuminazione sul display attenuata per non disturbare chi riposa.

Dotati di timer programmabile, i climatizzatori fissi danno la possibilità a chi trascorre la giornata fuori casa di ritrovare al loro  rientro, il clima desiderato nella propria abitazione.

Possiedono filtri dell’aria foto-catalitici che trattengono odori spiacevoli e attraverso  bocchette di ventilazione, fanno circolare solo aria purificata, mentre, in modalità spenta si chiudono automaticamente per evitare il formarsi di polveri e facilitarne la pulizia.

La tecnologia dei moderni telefonini, infine, si sviluppa di pari passo a quella dei nuovi climatizzatori fissi;  attraverso alcune app dedicate, è possibile controllare e programmare la macchina anche quando non si è presenti nella propria abitazione.

Dove posizionare lo split del climatizzatore

Climatizzatori: dove posizionare lo split

Quando di parla di impianto di climatizzazione spesso si ha ben presente l’apparecchio e la sua funzione, ma non le parti che lo compongono. E fra di esse, perché si sia certi del buon refrigeramento dell’abitazione, è necessario sapere dove posizionare lo split. Questa unità, infatti, presente in ogni stanza, può donare benefici o causare gravi effetti collaterali al vostro impianto di climatizzazione. Ecco perché è importante conoscerne lo scopo e, soprattutto, posizionarlo nel giusto punto della stanza.

Dove posizionare lo split: le regole

Data la sua importanza è sempre bene ricordare che l’istallazione del condizionatore e, di conseguenza, la scelta di dove posizionare lo split, debba essere eseguita da personale esperto che possa ottimizzare il risultato del condizionatore con il minor consumo possibile. Inoltre, nella scelta del punto dove posizionare lo split, bisogna sempre ricordare che esso deve essere collegato tramite un buco nella parete e con appositi tubi, all’unità esterna, il condensatore, ed anche ad un canale di scolo della condensa. Motivo per cui, la prima regola da seguire su dove posizionare lo split, è quella di porlo il più in alto possibile sulla parete. Migliorando così non solo l’incanalarsi della condensa, ma anche il flusso dell’aria calda che, notoriamente sale verso l’alto, spingendone della fresca verso il basso. Inoltre sarebbe buona norma evitare che l’aria giunga diretta nei punti dove solitamente le persone risiedono, come divani, letti, tavole, per questo quando si sceglie dove posizionare lo split  sono consigliate le zone di passaggio.  Attenzione però!   Se l’obiettivo che ci si prefigge è quello di rinfrescare tutta la casa, non  basta posizionare una sola unità nel corridoio lasciando aperte le varie porte, ma piuttosto sarebbe necessario istallarne uno in ogni stanza.

L’importanza di dove posizionare lo split, inoltre, si evidenzia anche a seconda della stanza in cui esso viene installato. Nelle camere da letto, infatti, si scelgono impianti di dimensioni e potenza inferiori rispetto a quelli destinati ad altre stanze. Qui la direzione dello split non deve volgere verso la testata del letto, come detto, ma piuttosto verso i piedi.  In soggiorno, invece, dove solitamente si trascorre la maggior parte della giornata, è importante istallare apparecchi più grandi e potenti in grado di refrigerare in modo migliore anche in presenza di più persone.  Infine, affinché la manutenzione dell’impianto possa essere eseguita facilmente, è importante che il punto dove posizionare lo split sia posto in modo tale che simili operazioni risultino agevolate.

Differenza tra climatizzatore e condizionatore

Nel linguaggio di tutti i giorni si tende spesso ad usare i termini condizionatore e climatizzatore come se fossero sinonimi.

La verità è che, per quanto il loro principio possa essere simile, modificare la temperatura di un ambiente, la differenza tra climatizzatore e condizionatore è netta ed è legata a fattori come il suo funzionamento, il modo in cui viene usato, ma anche il luogo in cui deve funzionare.

La differenza fra climatizzatore e condizionatore che per prima ci sovviene riguarda il suo utilizzo: se  il condizionatore serve per raffreddare l’ aria, il climatizzatore è un dispositivo dotato di programmi che possono non solo raffreddare l’aria, ma anche deumidificarla, filtrarla e riscaldarla, con la possibilità di impostare la temperatura e l’umidità.

Un’altra differenza fra climatizzatore e condizionatore sta nel loro funzionamento. Il condizionatore raffredda l’aria grazie a del gas, permettendo a chi lo utilizza di regolare la velocità della ventola ma non di impostare una determinata temperatura. Se si vuole riscaldare l’ambiente si deve essere provvisti di condizionatori a caldo. Anche il climatizzatore ha questa duplice opportunità, ma racchiusa in un unico macchinario. Esso infatti permette di impostare la temperatura e il livello di umidità desiderati che si tratti d’estate o d’inverno.

Inoltre quando si raggiunge la temperatura desiderata, rilevata tramite sensori, il climatizzatore si blocca e si riaccende solo quando serve, andando a risparmiare energia quando il suo utilizzo non è necessario. Questa è un’ulteriore differenza fra climatizzatore e condizionatore, poiché i condizionatori provvisti del comando “on-off” raggiungono la potenza massima sin dall’accensione e si regolano solo in base al nostro comando. Una possibile soluzione a questo problema è stata adottata nei condizionatori “inverter” che funzionano in modo graduale consentendo di risparmiare energia quando l’ambiente è freddo, ma non di spegnersi autonomamente.

La differenza fra climatizzatore e condizionatore risiede anche nei vantaggi. Innanzitutto il climatizzatore, grazie all’integrazione con una pompa di calore, può garantire il perfetto soddisfacimento di due bisogni in uno: rinfrescare l’estate e riscaldare l’inverno, andando incontro però ad una sola istallazione all’interno del medesimo luogo.

In un’ottica ecosostenibile della riduzione delle dispersioni termiche e dei consumi energetici  si potrebbe quindi sostenere che la differenza fra climatizzatore e condizionatore premi l’acquisto del primo.

 Ma, a ben vedere, se si parla per esempio di grandi ambienti, è preferibile scegliere di utilizzare un condizionatore mobile piuttosto che un climatizzatore.

Ideale  per grandi ambienti che necessitano di un elevato numero di ore per essere rinfrescate, questo sistema di condizionamento portatile, infatti,  consente di rinfrescare di volta in volta una zona della stanza trasportando il sistema di condizionamento nei singoli punti, ottenendo così una temperatura confortevole, senza dispersioni termiche, ma ottimizzando le risorse energetiche.